Che sia un matrimonio, una festa aziendale o un compleanno, quando il dj inizia a suonare ci sono 5 brani che non mancano mai, ognuno dei quali si porta dietro una storia e un perché, nel senso interrogativo, cioè “perché diamine continui a suonarla?”.

Dopo Il mio amico Charlie Brown ovvero Disco Samba dei Two Man Sound (non partite con il trenino per favore), YMCA dei Village People, canzone che celebra l’amore libero, è la canzone più suonata, ballata e storpiata della storia. Inoltre, una vera sfida per chi ha problemi di coordinazione motoria.

Altro giro, altro evergreen, Tanti Auguri di Raffaella Carrà è in grado di resistere a tutto, anche alla colorazione selvaggia e alla sciatica della sua interprete. Il testo, in barba ai movimenti femministi di tutto il mondo “il mio corpo è una moquette dove tu ti addormenterai” e alla solidità delle relazioni “e se ti lascia lo sai che si fa…trovi un altro più bello, che problemi non ha”, ci ricorda che dopo 4 bicchieri di vino potremmo ballare anche Il caffè della Peppina.

Per gli irriducibili della disco, si suonano sempre due brani storici: Bla bla bla di Gigi D’Agostino, un titolo suggestivo, come il testo che si ripete sempre uguale per la durata di 4 minuti e 15 secondi. Alla fine ne resterà in piedi soltanto uno e sarà il dj. L’altro è The Rhythm of The Night di Corona, uno dei brani eurodance più celebri e ballati dei gloriosi anni 90, quando si indossavano jeans chiari e camice a quadri rubati a qualche camionista del Wyoming.

Se invece del dj si preferisce la musica dal vivo la selezione musicale è decisamente più soft, rispolverando brani del passato che dalle prime tre note fanno venire una fitta dolorosa al cuore.

Frank Sinatra funziona sempre, un po’ come I cugini di campagna alla sagra del fungo porcino. In scaletta non mancano mai Fly me to the moon e Come fly with me che forse il paroliere di Sinatra aveva finito i soldi e l’ispirazione. In ogni caso, le ballate romantiche e la voce suadente del crooner più famoso del mondo non deludono mai.

Di altro genere ma richiesto di frequente è One degli U2, il brano che salvò il gruppo irlandese da una crisi e dallo scioglimento e che fu soggetto di continue e differenti interpretazioni. Quando dissero al chitarrista The Edge che la canzone veniva spesso suonata ai matrimoni rispose: “ma avete ascoltato il testo? Non è quel genere di canzone” e in effetti a leggere il testo ha ragione lui “You ask me to enter. But then you make me crawl. And I can’t be holding on To what you got When all you got is hurt” Ma tanto chi lo sa l’inglese?

Una sorte comune è toccata a  Every Breath You Take dei Police del 1983, tra le canzoni più suonate ai matrimoni e che, invece, parla di uno stalker mezzo matto, “è una canzone cupa che parla di controllo, gelosia, sorveglianza, ma c’è chi crede che sia un brano romantico e vorrebbe usarla al proprio matrimonio” ha detto Sting. Quindi, tocca fidarsi, nonostante il quartetto di violini in sottofondo.

Tra le canzoni più richieste nei live c’è anche Sunrise di Norah Jones, dolcissima come la glassa della torta, da ballare a piedi nudi a fine serata e non necessariamente ad un matrimonio, che si sa che agli eventi aziendali quando il capo non c’è … i dipendenti ballano.

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